ecco il file con la preghiera per la 5° domenica di Quaresima: Preghiera in famiglia (V domenica)
Si consiglia di leggere per intero il testo del Vangelo di Giovanni capitolo 11 versetti dall’1 al 45
Il Vescovo Beniamino ha scritto una lettera a tutte le famiglie della diocesi e ha preparato un video messaggio. clicca qui
Consigliamo anche di prendersi il tempo, questa settimana, per sostare e meditare sulle parole di Papa Francesco pronunciate venerdì 27 marzo in piazza San Pietro. clicca qui
Per la meditazione personale del Vangelo di questa domenica ecco una breve riflessione di Roberto Laurita:
In questa quinta domenica di Quaresima noi giungiamo al culmine di un itinerario che ci prepara ai giorni santi in cui contempleremo
la passione, morte e risurrezione di Gesù. C’è, infatti, un percorso, antico e sempre efficace, che abbiamo compiuto insieme
attraverso l’incontro con la samaritana al pozzo di Sicar e la guarigione del cieco nato. Attraverso quei testi evangelici noi siamo
andati al cuore della nostra esperienza di fede che è accedere all’acqua viva e accogliere la luce vera, che ci permette di vedere
ogni cosa con occhi nuovi e di diventare, a nostra volta luminosi.
L’appuntamento odierno con il vangelo di Giovanni affronta un altro elemento, determinante, dell’esistenza del discepolo.
Ognuno di noi, infatti, deve prima o poi misurarsi con la morte: la morte degli altri, ma soprattutto la propria morte, e le piccole
morti che costellano il nostro andare e ci mettono di fronte alla nostra fragilità.
Ebbene, proprio la morte sembra del tutto ineluttabile: Chi può resisterle? Chi può lottare contro di essa con qualche speranza
di vincerla? Chi può sconfiggerla? L’incontro con Gesù porta consolazione e pace, guarigione
e misericordia. Ma cosa fare quando ci si imbatte nella morte? Non siamo del tutto disarmati ed impotenti?
Il racconto di Giovanni mette in luce una sorta di ineluttabilità, che viene riconosciuta e davanti alla quale ci si rassegna: se un
corpo, come quello di Lazzaro, giace già da quattro giorni nel sepolcro, la sua anima – secondo le credenze ebraiche – l’ha ormai
abbandonato alla corruzione. Dunque, non c’è più nulla da fare! È proprio in questa situazione impossibile che Gesù agisce e si
manifesta come il Signore della vita, colui che è in grado di sottomettere la morte, colui che offre anche al discepolo la forza di
affrontare la morte per approdare alla vita eterna.
Nel gesto di Gesù che chiama Lazzaro fuori dal sepolcro c’è dunque qualcosa di straordinariamente grande: questo è solo
l’inizio di una capitolazione. Il potere della morte non è più così solido ed imbattibile come si crede. Esso riceve qui una sconfitta
evidente proprio quando la sua vittoria sembrava irreparabile. Ed è solo il prologo di ciò che accadrà quando Gesù stesso ingaggerà
una lotta decisiva, passando attraverso di essa, prima di giungere alla risurrezione ed alla gloria.
La morte non può più fare paura perché è solo un passaggio, non la fine di tutto. Ad una visione disincantata e rassegnata si
sostituisce così uno sguardo realistico, ma pieno di speranza e di ottimismo. Il Dio che asciuga le lacrime dal volto degli uomini
(come dice con accenti di tenerezza il libro dell’Apocalisse) è Colui che, attraverso il suo Figlio, sconfigge la morte.