Come domenica scorsa mettiamo a disposizione un testo per la preghiera personale o in famiglia visto l’impossibilità di celebrare l’Eucaristia comunitaria.
Ecco il file: Preghiera in famiglia (15marzo)
Un commento al Vangelo della 3° domenica di Quaresima:
L’acqua viva di Roberto Laurita
Il vangelo di quest’oggi è, chiaramente, la storia di un incontro.
Un incontro avvenuto al pozzo di Sicar, tra due persone che, a prima vista, sono molto lontane tra di loro. Che cos’hanno in
comune quest’uomo che viene da Nazaret e percorre i villaggi portando un “lieto annuncio” e quella donna dalla vita piuttosto
tumultuosa? Che intesa ci può essere tra un ebreo autentico, educato secondo la tradizione dei padri, ed una samaritana che
risulta per molti aspetti estranea ai luoghi e alle parole in cui si manifesta la fede di Israele? A separarli non è solo la loro storia
personale, ma anche la ruggine che esiste tra i rispettivi popoli, il fatto che sono un uomo ed una donna soggetti alle regole dell’epoca…
Eppure l’imprevedibile accade e la samaritana finisce col riconoscere che quello che ha davanti non è solo un maestro, un
profeta, ma il salvatore! Il vangelo di oggi, proprio per questo, riguarda ognuno di noi. Perché è la storia del nostro incontro con
Cristo, delle sue tappe, dei suoi dubbi e dei suoi interrogativi, delle sue domande e delle sue scoperte.
Anche a noi è accaduto, un giorno, di fermarci al pozzo di Sicar, un luogo del tutto abituale della nostra esistenza, legato alle
nostre necessità. E lì abbiamo incontrato Qualcuno che, all’apparenza, sembrava più uno che attendeva aiuto che uno in grado
di fornirlo, più un povero che domanda che un ricco che offre e dona. Eppure proprio da lì, dalle sue parole, qualcosa si è destato
nel profondo del nostro animo.
Ascoltandolo, abbiamo avvertito farsi strada in noi un desiderio sconosciuto, che non coincideva con i desideri di sempre:
non l’acqua dei pozzi che scavano gli uomini e che sono soggetti alle calamità e all’ inquinamento, ma un’acqua diversa, “acqua viva”,
capace di colmare la sete di vita, di amore, di tenerezza e di misericordia che ognuno si porta dentro.
Ascoltandolo, ci siamo sentiti leggere dentro. Zone oscure del nostro passato, anfratti della nostra storia, regioni che in parte
volevamo nascondere alla nostra coscienza sono emerse alla luce. Abbiamo provato più un senso di liberazione, che di vergogna.
Forse perché le parole che scavavano dentro di noi non recavano la durezza impietosa del giudice, ma la delicatezza e la
compassione di chi ci amava veramente.
Sono venuti fuori, naturalmente, anche i nostri dubbi, gli interrogativi, le questioni pretestuose e quelle vere. Lui ci ha insegnato
a discernere ciò che è autentico, ad andare all’essenziale. E ci ha fatto intravedere un nuovo rapporto con Dio. Basato sulla
scoperta del suo Volto, capace di attraversare e di trasformare tutta l’esistenza.